racconti
A regola d'arte
Il racconto narra la storia della miniera di Cozzo Disi in Sicilia, a partire dai suoi promettenti inizi nel cuore dell'industrializzazione europea, quando offriva lavoro e benessere in un'area altrimenti povera. Tuttavia, la gestione iniziale, definita "rapina", si concentrò unicamente sul profitto a breve termine, trascurando la sicurezza dei lavoratori e causando numerosi incidenti e vittime. La situazione cambiò radicalmente con l'arrivo di Giovanni Ferrara nel 1912. Animato da una visione più umana e responsabile, Ferrara si impegnò a riorganizzare l'attività mineraria ponendo al centro la sicurezza e il benessere dei minatori e delle loro famiglie. Introdusse nuove tecniche di estrazione più sicure, migliorò le condizioni di lavoro, costruì alloggi dignitosi e scuole per i figli dei minatori, trasformando la miniera in un modello virtuoso. Nonostante i progressi, la miniera fu teatro di un tragico incidente nel 1916, con un'esplosione che causò numerose vittime. Questo evento, unito alle difficoltà economiche e alla natura insidiosa del sottosuolo, segnò un declino per la miniera di Cozzo Disi, che alla fine cessò la sua attività. Il racconto celebra la figura di Giovanni Ferrara come un esempio di imprenditore illuminato che, in un contesto di sfruttamento e pericolo, seppe mettere al primo posto la dignità e la sicurezza dei lavoratori, lasciando un'eredità positiva nonostante la tragica fine della miniera.
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Archivio di Stato di Agrigento, Fondo Tribunale di Agrigento, Cozzo Disi Sentenza del Tribunale di Girgenti n. 525 del 3 luglio 1919