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1943-19545: 18 mesi alla Liberazione d'Italia. Storie di due partigiane catanesi: Graziella Giuffrida e Salvatrice Benincasa

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Archivio di Stato di Catania
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Catania
Archivio di Stato di Catania
Disponibile dal 6 giugno.
A poco più di 20 anni Graziella Giuffrida, insieme al fratello Salvatore emigrò a Genova piena di speranze e trovò un’occupazione di “maestrina". La giovane Graziella, sdegnata per le atrocità che venivano commesse, decise di impegnarsi attivamente per la liberazione dell’Italia e si aggregò al SAP, Squadre di Azione Partigiana. Il 15 marzo 1945 la Signorina Giuffrida Grazia, mentre si trovava in tram, fu avvicinata da un gruppo di soldati tedeschi, che cominciarono a tormentarla. Nel toccarla si accorsero che portava in tasca una rivoltella. Immediatamente la arrestarono e la condussero alla sede delle loro barbarie in via Rocca dei Corvi a Fegino. Ivi la povera ragazza venne trucidata, dopo essere stata sottoposta ad atrocità di ogni genere, non esclusi atti innominabili sulla sua persona, come si poté constatare nell’atto del rinvenimento del cadavere il 28 aprile 1945. Anche Salvatore , fratello di Graziella fu ucciso dai tedeschi. La mattina del 24 aprile la popolazione del luogo si riversò verso quella valle e scavate le cinque fosse e con orrore vennero fuori i quattro giovani e la ragazza. Salvatrice Benincasa: Nacque a Catania il 5 gennaio 1924. All’età di 2 anni si trasferì con la famiglia a Trieste per motivi di lavoro del padre. Nel 1939 ci fu un ulteriore spostamento a Milano dove Salvatrice cominciò a lavorare presso la Montecatini. Di famiglia antifascista, da parte di madre erano da sempre socialisti. Nel luglio 1944 aderì alla Resistenza ed entrò a far parte delle Brigate Matteotti. Sorpresa a Monza mentre eseguiva un incarico che le era stato affidato, fu fermata e torturata dalla SS nei locali della G.I.L. Dopo aver rifiutato ogni forma di collaborazione, fu portata sul ponte di Via Mentana. il 17 dicembre 1944. Il giorno successivo il suo cadavere venne rinvenuto senza documenti nel cimitero urbano di Monza. Venne inumata come “sconosciuta” e tale restò fino all’aprile del 1945
CREDITI

Ricerca documenti e descrizione: Pina Palella -presidente ANPI, Comitato Provinciale Catania; voci narranti: Claudia Scandurra, Sofia Scorciapino, Arianna Pappalardo Liceo Classico Gulli e Pennisi di Acireale, IV B.