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Il notaio utopista

Disponibile dal 6 giugno.

Alpinista, notaio, intellettuale impegnato, difensore della tradizione valdostana, avversario della cementificazione: Ottavio Bastrenta (1932-2004) era una personalità complessa, un uomo che dalla strenua lotta per capire se stesso aveva saputo trarre risorse preziose da devolvere con generosità ovunque ritenesse che la società ne avesse bisogno.  Notaio piuttosto per dovere che per vocazione, riusciva a eludere la polvere delle carte per leggere la realtà che si celava in esse e sapeva trasformare un appuntamento di lavoro in un incontro vero con le persone. Forte di una cultura sfaccettata e profonda e di un carattere burbero e carismatico, era in grado, a proprio discapito, di convincere un cliente a non firmare un atto se questo rappresentava la svendita dell’identità locale a favore della cementificazione della Valle d’Aosta. Un notaio con l’anima, un notaio visionario, un ”notéro drolo”, come lo chiamavano. La tutela della montagna, la difesa dell’agricoltura biologica quando era in piena espansione la Rivoluzione verde (molto chimica e poco verde!), la salvaguardia dell’architettura tradizionale nel bel mezzo della più barbara “moderna” cementificazione, la capacità di impegnarsi dal basso organizzando corsi e animando convegni e centri culturali: Ottavio sognava un mondo ben diverso da quello che si profilava e si articolava negli anni ’70-’80. Ma oltre a sognare, seppe agire instancabilmente su mille fronti, incidendo nella società forse più di quanto si sarebbe aspettato.
L'Istituto storico dell Resistenza della Valle d'Aosta, di cui Bastrenta regitrò l'atto di nascita nel 1974, l'ha ricordato nella notte degli archivi 2025 attraverso le voci di chi l'ha conosciuto da vicino: il suo biografo, lo storico Paolo Momigliano Levi; l'avvocato Carlo Curtaz, in gioventù collaboratore di Bastrenta; la moglie, Annabella Cabianca; l'architetto Flaminia Montanari; la professoressa Adriana Del Re; il dottor Albino Imperial; il maestro Henri Armand; il presidente emerito dell'Instut Agricole Augusto Chatel.

CREDITI

Il podcast è stato realizzato da Angelo Musumarra